Vi siete mai trovati in un periodo in cui avevate la sensazione di aver perso la bussola del vostro cammino?..non si sa più precisamente bene dove sia il vostro nord...dove si è diretti...
..è quando si fa un punto della situazione che si capisce che non si ha più una strada da seguire ben precisa, continuiamo a camminare per inerzia, ma non siamo consapevoli dove siamo diretti.
Personalmente la mia bussola non riguarda una perdita solo in un campo preciso, ma è un disorientamento generale. Forse l'università è l'unica vaga certezza che ho in questo momento, dopo l'escursione in Sardegna ne ho avuto la conferma. Anche in quel campo, però, ho la certezza della meta,forse anche del cammino che devo intraprendere, ma è come se non disponessi ora come ora dei mezzi giusti, delle possibilità giuste.
Per quanto riguarda il resto, il nulla. Sta tutto perdendo significato, perchè senza dubbio se non si sa dove si è diretti è difficile improntare una tabella di marcia e uno spirito giusto per continuare il percorso.
Le persone a me care mi dicono che penso sempre solo a me stessa, ma in effetti tutto ciò che sto facendo in questo periodo mi ha preso tempo per tutto, all'infuori di me stessa. Dunque non riesco a capire..com'è possibile? dove vanno a finire le mie energie, i miei pensieri, le mie forse e il mio tempo?
Una cosa è certa devo "resettare il mio tom tom" perchè ora come ora il cammino che sto continuando a intraprendere non mi sta portando da nessuna parte.
Mi dimentico di sentire i miei familiari, mi sto allontanando dai miei amici, sto perdendo pian piano la mia passione, ecco dove mi sta portando questo cammino.
E quando un cammino ci si rende conto che non porta dove vogliamo andare, ha solo e soltanto bisogno di una svolta, per non rischiare di incastrarmi nell'apatia che ultimamente mi sta sfiorando.
Una svolta mentale di 360° gradi.
Non dico sia facile nè possibile, ma rischiando spesso l'impossibile muta in probabile.
"Bisogna avere il caos dentro per partorire una stella danzante" (F.Nietzsche)
martedì 31 maggio 2011
mercoledì 4 maggio 2011
La riconquista della fiducia? Un' UTOPIA
A chiunque credo almeno una volta nella vita è capitato di condividere e respirare una passione. Una qualsiasi passione, una cosa che ci ha fatto sentire liberi, felici, ci ha fatto maturare e rimanere sè stessi nello stesso momento.
La mia passione sono loro, è il mio gruppo. Non dico di quale sport o disciplina stia parlando perchè l'esperienza m'ha insegnato, che sebbene tu faccia di tutto per farti gli affari tuoi, le altre persone non fanno lo stesso. Vorrei, dunque, mantenere l'anonimato per quanto possibile.
Sta di fatto che do e ho dato l'anima per il gruppo, le persone che ne fanno parte sono tra le persone più importanti della mia vita, ne abbiam passate tante insieme, abbiamo superato ostacoli, ci siamo strette ogni qual volta ognuna aveva bisogno delle altre, ci siamo divertite.
Credo che i giorni passati con loro, per ora, posso definirli come i più belli della mia vita. Certe emozioni son difficili da esprimere e poter spiegare, ma per chi le ha vissute credo che anche a ottant'anni ce le porteremo dietro, come un tatuaggio.
Abbiamo compiuto imprese che nel nostro ambiente, forse pochi, a volte nessun gruppo aveva mai osato. Abbiamo intrapreso strade in salita, sconosciute, ma ne siam sempre uscire vittoriose e cresciute. La forza del nostro gruppo è sempre stata la nostra unione e la nostra grinta.
A volte mi sembrava di star in uno di quei film in cui i protagonisti "sputano sangue"e si sacrificano, le apparenze ti dicono che non ce la faranno mai, ma alla fine c'è il lieto fine. Un pò un film stile "Rocky". C'è sempre stato un lieto fine, non che tutto il film fosse una commedia. Abbiamo passato ostacoli veramente duri, siamo andate contro la mentalità chiusa di certe persone e ne abbiamo lasciate altre lungo la strada. Il lieto fine, però, era dato anche da un altro fattore per me molto importante: ci siam sempre messe in gioco aprendo il cuore.
Aprire il cuore significa dare il tutto e per tutto per fare una bella figura, per riuscire in un pezzo, fare ciò che più ti piace con le persone che ami. Questo è un atto di fiducia, donare te stessa e credere nel tuo gruppo.
Tutto ciò che abbiamo fatto e i traguardi a cui siamo arrivati ovviamente son stati possibili non solo grazie alle persone che si mettono in prima linea per far spettacolo, ma il gruppo è anche costituito da tutti coloro che lavorano e hanno lavorato per noi, che ci sostiene, chi ci segue, chi ci "sopporta".
Il gruppo è anche la nostra insegnante, verso cui noi saremmo sempre grate per tutto ciò che ha fatto. Senza lei non ci saremmo state noi, o meglio, quello che siamo adesso. Secondo me il gruppo, cioè quello che siamo, è anche merito suo. Ci conosce ormai da anni, alcune di noi son cresciute con lei, abbiamo stretto un rapporto, oltre a livello lavorativo, anche affettivo, un rapporto di stima, rispetto.
Ok..Cosa c'è che non va in tutto questo?
Dopo 12 anni di lavoro, sacrificio, soddisfazioni, emozioni e quan'altro, sta andando tutto a puttane nel giro di pochi mesi. I rapporti son cambiati, oppure son esauriti come diceva qualcuno, anche se escludo quest'ultima opzione.
Il problema di fondo di questa evidente crisi è la mancanza di fiducia. La base su cui era fondato tutto l'edificio sta pian piano cedendo.Le piccole crepe erano degli avvertimenti, ma nessuno ha voluto interessarsene sul serio e ora rimane solo la speranza che non verrà giù tutto.Non voglio esser drastica ne pessimista, ma cerco di essere realista. L'accumulo di varie incomprensioni e fraintendimenti non ha mai portato a niente di buono, anzi.
Il paradosso di tutto questa situazione sta nel fatto che la distruzione del rapporto è inevitabile, a meno che non ci si avvalga di uno strumento semplicissimo e primordiale: il dialago.
Ma i giochi a questo punto son fatti. Ora bisogna solo capire come poter recuperare e se eventualmente è possibile ciò. Come fare quando un rapporto si rovina a tal punto da intaccare la fiducia? Secondo voi la riconquista della fiducia è solo un'utopia?
Certo, a parer mio. La riconquista è un utopia, perchè secondo me non esistono mezzi termini, colori intermedi. Molte persone dicono che tutto dipende dal tipo di rapporto che si ha con una persona o dal tipo di problema affrontato.
Io dico che la fiducia o ce l'abbiamo o la perdiamo per sempre. Non si può riconquistare. Perchè dal momento che te hai messo in dubbio una persona, la sua integrità e il suo essere non si può tornare indietro, il dubbio tornerà sempre, come un boomerang, anche dopo la famosa "riconquista".
Se ci fidiamo ciecamente, il dubbio non torna, nè portato da noi stessi nè trasportato da altri, perchè il realtà non è mai entrato in noi. Forse a volte apparentemente l'ha fatto, ma non ha toccato le corde del nostro cuore.
Come fare a fidarsi ciecamente di una persona? Io ancora non ho ben capito, perchè le persone cattive e meschine ci saranno sempre e tante volte son rimasta "fregata".
Ma io sono così e mi fido di una persona perchè la sento, sento la purezza del suo cuore e dei suoi occhi. Forse sbaglierò anche nella valutazione, ma io mi fido del mio cuore ed è lui che mi dice di chi fidarmi a mia volta. Sento solo il cuore e faccio fluire me stessa .
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