domenica 4 settembre 2011

Io sono solo andato nella stanza accanto.

"La morte non è niente, io sono solo andato
nella stanza accanto.
Io sono io. Voi siete voi.
Ciò che ero per voi lo sono sempre.
Datemi il nome che mi avete sempre dato.
Parlatemi come mi avete sempre parlato.
Non usate mai un tono diverso.
Non abbiate un’aria solenne o triste.
Continuate a ridere di ciò che ci faceva
ridere insieme.
Sorridete, pensate a me, pregate per me.
Che il mio nome sia pronunciato in casa
come lo è sempre stato.
Senza alcuna enfasi, senza alcuna ombra
di tristezza.
La vita ha il significato di sempre.
Il filo non è spezzato.
Perchè dovrei essere fuori dai vostri pensieri?
Semplicemente perchè sono fuori dalla vostra vista?
Io non sono lontano, sono solo dall’altro lato 
del cammino." 


Mi piace pensarla così, anche se non ne sono del tutto convinta. E' il terzo giorno che se n'è andata. Se n'è andata sul serio? Mah, qua ognuno la vede a modo suo. E io? non la vedo in nessun modo. I credenti ovviamente pensano in uno spirito, nel Paradiso, nell'al di là,un vita ultraterrena insieme a Dio, non me lo ricordo nemmeno più a cosa pensano. 
Altri, e mi avvicino sicuramente più a loro, pensano che le persone che cessino di esistere in questo mondo, vadano in un altra dimensione e inizino a intraprendere un' altro viaggio. Chissà se poi sarà veramente così. Questa visione è molto bella e mi piace accostarmici, anche se in cuor mio, penso forse che siano tutte visioni create da noi per vivere un po' meglio., visioni per affrontare e supportare il dolore che colpisce all'improvviso.
Se non si prospettasse un' altra vita, un al di là, un qualcos'altro per la persona che abbiamo appena perso sarebbe tutto esponenzialmente più difficile, dovremmo accettare la parola FINE nella sua essenza più ultima.E ciò ovviamente è tutt'altro che facile. Io ora come ora la penso così forse un po' cinicamente, ma non smetterò di ricercare la Verità se in qualche modo potrò avvicinarmici.
E' il terzo giorno che il suo cuore ha smesso di battere, ma sembra già passata un 'eternità. In questi giorni non ho fatto altro che pensarla, quanti ricordi mi son venuti alla mente, non pensavo neanche avessi così tanti ricordi di quegli anni.
E' buffo come ci rendiamo conto che una persona è stata una persona chiave della nostra vita solo quando lei non c'è più. Non me ne sono resa conto solo ora. Ma ora ce l'ho davanti agli occhi, come un film, è tutto chiaro.
I due giorni successivi non ho parlato di te a nessuno, alcune sapevano, ma non riuscivo neanche a dirlo e loro per delicatezza non indagavano. Ieri solo sono riuscita a parlarne un po', senza che le lacrime mi offuscassero gli occhi. So che era giusto parlarne da una parte, ma dall'altra mi dispiace. Non voglio lasciarti lungo il percorso insieme ai ricordi più vaghi. Non voglio abbandonarti, anche se forse so che dovrei lasciarti andare, se veramente tu dovessi andare da qualche parte. 
Ora sto cercando di reagire, di andare avanti, ma sei sempre nei mie pensieri, è come se mi accompagnassi in tutto ciò che ora faccio. Non so se è una cosa momentanea, perché è appena successa. Tutto questo è buffo, da quando ho dato la maturità sono venuta solo una volta a trovarla e di questo me ne rammarico. Ora, invece, la penso continuamente. 
Sa quello che non riesce a darmi pace? Il fatto che il mondo ha perso una delle sue perle più rare e neanche se ne sia accorto. Parlo di lei con la gente che non l'ha conosciuta e hanno un 'aria come se riescano a capire, ma la realtà è un' altra. Loro non possono capire. Non possono capire che persona era lei, perché semplicemente era una persona unica e speciale. Una delle persone più belle e vive che la vita mi abbia mai fatto incontrare. Era una persona che quando la si incontrava, per pochi minuti o per anni, lasciava l'impronta nel cuore della gente. 
Pensando a tutte le persone e i ragazzi che continuano a scriverti su facebook ( io per prima) pur sapendo dell'inutilità dell'azione, sono ancora più consapevole di quanto era grande il suo cuore, la sua persona. Il mondo forse non ritroverà mai una perla così bella. 
Ecco il motivo per cui sono arrabbiata. Si sono tra il triste e l' incazzato. La gente mi parla di Dio, ma questa è conferma ultima che non vi è un Dio. Non vi è un Dio perchè non avrebbe permesso che una persona così lasciasse questo mondo, non avrebbe permesso questo dolore e la mancanza di bene che verrà poi.
Ora sto meglio? non direi, diciamo che ho smesso di piangere, ma non so quanto sia positiva questa cosa. La tristezza ha smesso di uscire e rimanere nel cuore. Non sto meglio, mi ci sto abituando all'idea e non so se mai ci riuscirò. So che lei sarà sempre nei pensieri e continuerà a vivere in me, non so se veramente, come energia o spirito non lo so come, ma un pezzo di lei sarà con me.
E' difficile riprendere la vita in mano, quando una delle persone più belle che abbia mai conosciuto non c'è più. Più.
La sua grinta, determinazione, le sue battute in accento romano, le sue incazzature, le sue mitiche lezioni che andavano oltre l' immaginabile, il suo sorriso e la sua risata, la sua forza, il suo modo di prendere la vita a schiaffi, il suo ESSERE. Mi sto abituando al fatto che lei non ci sia più? no, forse mi chiederò per sempre il perchè di tutto ciò.
Con me per sempre.

sabato 9 luglio 2011

"Non ti chiedo di credere negli altri. Quello è solo il risultato di una mancanza di fiducia in se stessi" (Osho)

Eccoci qui, uno dei momenti che adoro di più, quelli che ti rilassano lo spirito. Una e mezza di notte di un sabato sera qualsiasi, i miei che non ci sono, sigaretta, piccola concessione alcolica, tutto immerso nel silenzio. Questi sono i momenti in cui provo una vera e propria goduria nello scrivere. Il paese è immerso nel silenzio, qualche macchina che passa di rado cercando di tornare a casa dalla serata, più o meno movimentata, e io qui sola con le dita che scorrono veloci sulla tastiera, concedo un po' di tempo a me stessa.
Ultimamente mi è capitato per necessità o per casualità di pensare più intensamente alle persone e alle interazioni che intercorrono tra esse. Sono arrivata alla conclusione (ovvia o meno) che sia cambiata e che continui a cambiare riguardo al modo di vivere o pensare. Conclusione ovvia, perchè il cambiamento nella vita è inevitabile nonostante ciò che facciamo o non facciamo. L'ambiente ci trasforma ogni istante. Ciò ciò che viviamo o non viviamo, le persone che incontriamo e le situazioni che siamo costretti ad affrontare hanno su di noi effetti non sempre appariscenti tempestivamente, ma inesorabilmente.
Analizzando il mio modo di reagire ora rispetto a quello di un tempo, confermo che son cambiata. Non so se in positivo o in negativo, non posso esprimermi nettamente al riguardo. Spesso non si può vedere bianco o nero nettamente.
Sinceramente temo di aver perso un po' la mia acuta sensibilità ed emotività. In passato ero una "spugna" che assorbiva tutto ciò che gli arrivava e che lo viveva in modo più che intenso. Qualsiasi emozione o situazione passava dentro al mio cuore e ne diventava parte, vivevo una simbiosi con la situazione a cui tenevo e che vivevo. Capirete bene che ciò poteva avere effetti devastanti, perché appena il mio cuore prendeva una botta si incrinava o più generalmente si rompeva in mille pezzi. Questa sensibilità in alcuni casi si mostrava un punto di forza, perchè riuscivo a donare tutta me stessa a cose o persone a cui tenevo particolarmente.
Col tempo, però, a seguito soprattutto di varie esperienze e azioni persone ho sviluppato una corazza in modo tale da proteggere il mio cuore.
Ora come ora mi rendo conto di essere diventata molto più chiuso per quanto riguarda emozioni e sentimenti, ma ciò mi permette di essere coinvolta e di evitare ulteriori dolori.
Nella mia, seppur breve vita, ho conosciuto persone che mi hanno portato a ciò. Aprendomi completamente, per volontà o per stati di debolezza e fragilità ho permesso loro di fare ciò che volevano col mio cuore.
Attualmente mi rendo conto di essere cambiata, da una parte mi sento più forte a livello personale ed emotivo, dall'altra mi sono resa conto di essere diventata più cinica e obiettiva soprattutto per quanto riguarda i rapporti umani. Diciamo che l'età delle grandi illusioni e grandi sogni di amicizia e amore è finita.
Questo processo è iniziato circa un anno fa, a causa a diverse persone. A causa o grazie questo è da vedere in futuro ovviamente. Fatto sta che i fatti hanno avuto effetti su di me, di cui me ne sto rendendo conto solo adesso dell'entità.
Forse è vero che mi son chiusa a riccio, per carità son sempre abbastanza socievole, con la mia dose di lunaticità e stranezza come al solito. Ma per quanto riguarda i rapporti umani, possiamo dire di aver chiuso i battenti. Non fraintendetemi esco ancora come prima, ho la mia dose di amicizie e via discorrendo, ma i miei sentimenti e considerazioni rimangono cose personali e riservate.
Fondamentalmente è tutta questione di CONSAPEVOLEZZA.La consapevolezza delle persone che ti sono intorno e che impari a conoscere,dell'ambiente in cui vivi e di chi sei te. 
Una volta che sei consapevole di ciò che hai di fronte troverai forse un equilibrio.
Sei consapevole di ciò che ti devi aspettare e di quello che non ti devi aspettare e consapevole dei cambiamenti della tua stessa consapevolezza che potranno avvenire.
Non è facile come dirscorso nè da metabolizzare nè da applicare, ma piano piano sono riuscita ad arrivarci gradualmente.
Le persone fanno male, soprattutto quelle che ci son particolarmente vicine e per questo motivo ho costruito un piccola "intercapedine invisibile" tra me e loro, giusto a sbagliato che sia. 
In questo modo non ci si aspetta niente da nessuno, non pretendo niente e prendo le cose come vengono. Pura accettazione dell'altro, dopo essere arrivata ad una consapevolezza di chi è l'altro e di chi sono io. L'accettazione non è passiva, ma attiva. Non pretendo niente dagli altri e accetto le loro azioni per quello che sono fino a che a me starà bene e che starò bene io, dopo di chè mi staccherò alla ricerca di qualcos'altro. Egoismo? Sfruttamento? Ipocrisia? Probabile, ma necessario. 
Alla fine di tutto l'importante è il nostro BENESSERE e la nostra CONSAPEVOLEZZA personale. Consapevolezza personale intesa come soddisfazione per come abbiamo agito, coscienza di ciò che siamo diventati e conformità delle nostre azioni al nostro essere. 

venerdì 1 luglio 2011

‎"Ma che se stamo a raccontà!!"



Dicesi "arte del raccontare" l'abilità di alcuni individui della specie umana di inventarsi storie, escamotage o semplici falsità per arrivare a raggiungere il proprio obiettivo. Essa non è tipica solo di grandi oratori, scrittori o politici, ma dilaga ormai tra la gente più comune e varia. Così fine e raffinata, quest' arte non balza subito agli occhi, ma con un po' di buona logica ed ingegno tutti ne possono godere.
Secondo le statistiche almeno una volta nella vita l'uomo si è trovato a destreggiare con quest'arte e un buon 80% della popolazione del Globo ne fa uso assiduamente. Essa assume varie tipologie nel corso della sua evoluzione nella Società.
Tralasciando gli svariati motivi e campi di applicazione, per comodità distinguiamo solo le tre metologie del racconto:
”L'individuo che racconta agli altri”, spesso costretto da limitazioni, obblighi o come via di fuga da situazioni impervie. La sua abilità nel raccontare deve essere direttamente proporzionale alla quantità di persone a cui racconta il medesimo fatto, onde evitare di incappare nell' errore più grande che un'artista di questo genere posso commettere, l' incoerenza. Spesso l'individuo viene trascinato dalla forza di quest'arte tanto da non tornare più indietro ed abbandonare per sempre la via della sincerità;
”L'individuo che se la fa raccontare”, può essere accompagnato da una dose abbondante, se non eccessiva, di ingenuità, bontà o fiducia. Generalmente si arriva ad una situazione di massimo equilibrio se associato ad un individuo della tipologia sopra elencata.Questi particolari tipi di individui possono, però, evolversi a una stadio più elevato. L'evoluzione non è semplice e talvolta richiede tempi molto lunghi, ma a volte alcuni individui riescono a raggiungere il livello della tipologia “l'individuo che se la fa raccontare con consapevolezza”.
 Le caratteristiche di questo gruppo sono furbizia, superiorità e un solido background di esperienze. Loro sanno che chi hanno davanti gliela sta raccontando, ma lasciano fare per vedere fino a che punto l'arte possa esprimersi e in che modo poter sfruttare ciò a proprio vantaggio. Questo comporta per gli individui della suddetta categoria anche una cospicua percentuale di godimento.
”L'individuo che la racconta a sé stesso” , categoria situata al livello più basso, ma estremamente popolata di individui. Questi individui si trovano ben lontani dalla perfezione e purezza dell'arte in sé, sebbene la maggior parte di loro sono inconsapevoli di trovarvisi. Nel 98% dei casi, gli individui di questo gruppo sono inconscienti della loro destrezza con tale arte.
L"arte del raccontare" è parte integrante del quotidiano. Noi raccontiamo, ce la raccontano e ,spesso, la raccontiamo a noi stessi. Alcuni sono alle prime armi, altri son già dei veri e proprio "Michelangelo" del racconto.
Il paradosso di quest'arte è che il Genio sta proprio nel mimetizzarsi e non farsi scoprire tale, sebbene essa ha implicitamente la caratteristica di manifestarsi ed esprimersi in modo inevitabile.
L'artista ha, pertanto, una carriera di durata variabile, in rapporto alla propria abilità e all'arguzia di chi incontra nel suo cammino, ma una fine certa.





"La gente è il più grande spettacolo del mondo e non si paga il biglietto" (C.B.) ....alcune persone fanno proprio ridere. Altro che spettacolo, è una tragicommedia qua!!!!

mercoledì 29 giugno 2011

"L’essenza dell’ottimismo non è soltanto guardare al di là della situazione presente, ma è una forza vitale, la forza di sperare quando gli altri si rassegnano, la forza di tenere alta la testa quando sembra che tutto fallisca, la forza di sopportare gli insuccessi, una forza che non lascia mai il futuro agli avversari, il futuro lo rivendica a sé."

Un pò di sano ottimismo, in questa mattina che si sta piano piano risvegliando!
La nostra vita dipende essenzialmente da questo, guardare oltre. Non condivido il pensiero di molte persone che credano che guardare al futuro, non ci faccia vivere bene il presente. "Guardare" al futuro, non pensare. Non rimane solo un atto cognitivo e passivo, ma vi si deve aggiungere un componente attiva. Il presente è fondamentale perchè è l'intervallo di tempo che stiamo vivendo, ma ciò rimane, seppure in modo riduttivo, che l'istante in cui sto scrivendo questa pagina. Ogni volta che progettiamo qualcosa, che facciamo qualcosa, è per uno scopo, uno scopo futuro. Non voglio pensare in grande, rimaniamo anche nel nostro piccolo. Non è forse prospettare un futuro alzarci tutte le mattine per affrontare una nuova giornata? Chi si alza per andare a lavoro, chi per studiare, chi per accudire una famiglia, fare la spesa. Ogni atto che facciamo è una spinta attiva verso il nostro futuro. Senza un piccolo costante sguardo verso il futuro, non avremmo aspirazioni, voglia di migliorare, di andare avanti, saremmo dei vegetali, non uomini. Lo sguardo al futuro è una caratteristica umana intrinseca, più o meno sviluppata a seconda dei diversi soggetti, e comporta necessariamente una componente di ottimismo. Un ottimismo sano, un ottimismo che porta al concreto.
L' Equilibrio tra ottimismo e surrealismo è infatti molto precario, una linea sottile divide una spinta ottimista da una realtà stile "paese dei balocchi" e sta all'uomo ridimensionarla mediante la ragione.
L'ottimismo sano è ciò che porta l'uomo a guardare oltre la singola situazione, a superare l'ostacolo che si ha davanti, ad avere quella curiosità stimolante ed energica di voler guardare avanti, di voler sapere a tutti i costi cosa ci sia dietro e in qualche modo a cercare ognuno la sua piccola verità.
Non avremmo una conoscenza del mondo come la abbiamo ora se pensatori, scienziati e filosofi del calibro di Einstein, Kant, Darwin, Freud ( tralascio perchè altrimenti farei un elenco interminabili di menti brillanti a cui va il merito di aver contribuito al sapere e all' apertura della mente umana) non avessero avuto quel particolare tipo di ottimismo nel dire "Non ci sono arrivato, ma non mi arrendo. C'è qualcosa dietro tutto ciò e io voglio arrivare a toccarlo con mano".
Tutte le scoperte scientifiche e umane sono arrivate perchè qualcuno ha voluto guardare oltre. Oltre il fenomeno in sè, oltre la formula già scritta, oltre i comportamenti umani. Qualcuno ha voluto arrivare all'essenza, o perlomeno avvinarsi ad essa, e sapere un "pezzetto" in più di Verità.
Volendo ridimensionare e tralasciando i Grandi del sapere, tutti noi compiano, o almeno dovremmo compiere, una spinta ottimistica e futuristica ogni giorno.
In questo ambito lo sport è un gran maestro di vita. Un maestro che non fa una lezione diretta, ma mettendo alla prova continuamente le capacità e i limiti di ciascuno, fa crescere in modo esponenziale la nostra anima. Anima intesa in senso globale di carattere, grinta, volontà e anche capacità e reazioni nel fallire.
Chiunque credo che nella vita, almeno da piccolo, si sia trovato a praticare qualche sport  e a pensare "non ce la farò mai" o addirittura a dover accettare un fallimento.
In quel momento abbiamo ricevuto una lezione di vita. Perdere una partita, non riuscire a far canestro, non riuscire nell'esercizio o nel movimento, non fare i tempi sperati. In quel momento, però, non abbiamo gettato la spugna, ma siamo rimasti ed abbiamo provato e ritentato finché non siamo riusciti ad arrivare, o solo ad avvicinarsi, al risultato sperato.Il motivo? A parte la testardaggine di alcuni, la maggior parte di noi è stato mosso da una spinta di sano ottimismo, il pensare che migliorare sia possibile, per guardare oltre per vedere fino a che punto possiamo arrivare e nel metterci alla prova con i nostri limiti, conoscerci un po' di più.
Nel momento in cui stiamo pensando di gettare la spugna, dobbiamo essere più forti e rimandare le nostre energie al sano ottimismo che ci ha spinto fino a là. Lo scopo non è arrivare all'obiettivo proposto, ma vedere fino a che punto possiamo spingerci.
Spesso la sana curiosità nel vedere cosa c'è dietro ci porta cosa che non avremmo mai pensare di vivere.
Una persona che conosco ormai da anni, mi dice spesso "Dopo la tempesta il sole brilla di più", fondamentalmente è proprio questo il senso. Frequentemente ci troviamo nel pieno di tempeste, in ambito lavorativo, di rapporti personali e affettivi fino ad arrivare a crisi esistenziali. Sappiamo che queste tempeste passeranno perché da sempre così è stato, ma non sappiamo quanto dureranno. .Inoltre dopo questo periodo travagliato, tutto quanto potrebbe sembrar più facile, sia perchè durante la tempesta siamo maturati, sia perchè abbiamo superato degli ostacoli,  addirittura qualcosa potrebbe aspettarci all'orizzonte.
Ma quanti di noi sono disposti a resistere nella tempesta per riuscire poi a vedere come sia il primo raggio di sole?

lunedì 27 giugno 2011

"Trovo che raffinare le mie interazioni al fine di renderle socialmente accettabili richiede un grande impegno."

Dal mitico film " A beautiful mind", visto fresco fresco ieri sera. Ancora mi domando come sia stato possibile che questa portentosa pellicola sia sfuggita ai miei occhi per così tanto tempo. Sono dell'idea che certi film vengano davanti a noi proprio nell'istante in cui ne abbiamo bisogno,spesso ci si ripropongono nel corso della vita e ogni volta è come se conoscessimo una persona nuova. Un nuovo noi che nel corso degli anni è cambiato e "dialoga" col film stesso diversamente dal passato.
In particolar modo questa frase la sento proprio mia, il personaggio anche seppur in versione più contenuta. Non sono un matematico da Nobel, nè uno schizofrenico, ma posso assolutamente confermare che ho un bel caratteraccio!
Raffinare il carattere credo sia la cosa più difficile che un uomo possa fare. Cambiarlo è senza dubbio improbabile. Non si tratta di cambiare abitudine, percorso, lavoro o addirittura persone da frequentare.
Significa cambiare noi stessi, i nostri istinti, i nostri impulsi. Cambiarli? Possiamo passare questo termine se lo consideriamo come cambiamento darwiniano, adattarsi.
 Ecco in questo caso il cambiamento è possibile. Basti vedere nel corso della storia, gli impulsi ancestrali dell'uomo sono stati moderati e limati, quindi tutto ciò è possibile secondo determinati limiti.
Tutto ciò che sembra improbabile o difficile diventa possibile dal momento in cui interviene la volontà e l'affetto.
Più volte nel corso della mia piccola vita ne ho avuto la conferma, i miei amici sono stati la soluzione e la medicina a quasi tutti i problemi che ho avuto, a volte anche gravi. Loro mi hanno spinto a volere di più, a pensare che è possibile cambiare e ho cambiato il percorso impervio che stavo prendendo grazie a loro, per loro. Perchè è così la più grande fatica o impegno mai fatto spesso lo facciamo per le persone che amiamo, mai per noi stessi.
 M'hanno salvata e mi salvano ancora.
Il carattere che ho adesso è già il frutto di un miglioramento dovuto sempre a loro, non sono ancora arrivata alla conclusione, se fosse mai possibile arrivare a ciò.
E se l'uomo da "uomo di caverna" è riuscito a diventare civile ( eccezioni permettendo), in questo caso la mia cara scienza non può che rincuorarmi.
"Limare" noi stessi e il nostri istinti a volte troppo spigolosi per una convivenza nella società è possibile , spero solo di non impiegarci quanto la selezione naturale!

martedì 31 maggio 2011

Cercando il Nord

Vi siete mai trovati in un periodo in cui avevate la sensazione di aver perso la bussola del vostro cammino?..non si sa più precisamente bene dove sia il vostro nord...dove si è diretti...
..è quando si fa un punto della situazione che si capisce che non si ha più una strada da seguire ben precisa, continuiamo a camminare per inerzia, ma non siamo consapevoli dove siamo diretti.
Personalmente la mia bussola non riguarda una perdita solo in un campo preciso, ma è un disorientamento generale. Forse l'università è l'unica vaga certezza che ho in questo momento, dopo l'escursione in Sardegna ne ho avuto la conferma. Anche in quel campo, però, ho la certezza della meta,forse anche del cammino che devo intraprendere, ma è come se non disponessi ora come ora dei mezzi giusti, delle possibilità giuste.
Per quanto riguarda il resto, il nulla. Sta tutto perdendo significato, perchè senza dubbio se non si sa dove si è diretti è difficile improntare una tabella di marcia e uno spirito giusto per continuare il percorso.
Le persone a me care mi dicono che penso sempre solo a me stessa, ma in effetti tutto ciò che sto facendo in questo periodo mi ha preso tempo per tutto, all'infuori di me stessa. Dunque non riesco a capire..com'è possibile? dove vanno a finire le mie energie, i miei pensieri, le mie forse e il mio tempo?
Una cosa è certa devo "resettare il mio tom tom" perchè ora come ora il cammino che sto continuando a intraprendere non mi sta portando da nessuna parte.
Mi dimentico di sentire i miei familiari, mi sto allontanando dai miei amici, sto perdendo pian piano la mia passione, ecco dove mi sta portando questo cammino.
E quando un cammino ci si rende conto che non porta dove vogliamo andare, ha solo e soltanto bisogno di una svolta, per non rischiare di incastrarmi nell'apatia che ultimamente mi sta sfiorando.

Una svolta mentale di 360° gradi.
Non dico sia facile nè possibile, ma rischiando spesso l'impossibile muta in probabile.

mercoledì 4 maggio 2011

La riconquista della fiducia? Un' UTOPIA



A chiunque credo almeno una volta nella vita è capitato di condividere e respirare una passione. Una qualsiasi passione, una cosa che ci ha fatto sentire liberi, felici, ci ha fatto maturare e rimanere sè stessi nello stesso momento. 
La mia passione sono loro, è il mio gruppo. Non dico di quale sport o disciplina stia parlando perchè l'esperienza m'ha insegnato, che sebbene tu faccia di tutto per farti gli affari tuoi, le altre persone non fanno lo stesso. Vorrei, dunque, mantenere l'anonimato per quanto possibile.
Sta di fatto che do e ho dato l'anima per il gruppo, le persone che ne fanno parte sono tra le persone più importanti della mia vita, ne abbiam passate tante insieme, abbiamo superato ostacoli, ci siamo strette ogni qual volta ognuna aveva bisogno delle altre, ci siamo divertite.
Credo che i giorni passati con loro, per ora, posso definirli come i più belli della mia vita. Certe emozioni son difficili da esprimere e poter spiegare, ma per chi le ha vissute credo che anche a ottant'anni ce le porteremo dietro, come un tatuaggio.
Abbiamo compiuto imprese che nel nostro ambiente, forse pochi, a volte nessun gruppo aveva mai osato. Abbiamo intrapreso strade in salita, sconosciute, ma ne siam sempre uscire vittoriose e cresciute. La forza del nostro gruppo è sempre stata la nostra unione e la nostra grinta.
A volte mi sembrava di star in uno di quei film in cui i protagonisti "sputano sangue"e si sacrificano, le apparenze ti dicono che non ce la faranno mai, ma alla fine c'è il lieto fine. Un pò un film stile "Rocky". C'è sempre stato un lieto fine, non che tutto il film fosse una commedia. Abbiamo passato ostacoli veramente duri, siamo andate contro la mentalità chiusa di certe persone e ne abbiamo lasciate altre lungo la strada. Il lieto fine, però, era dato anche da un altro fattore per me molto importante: ci siam sempre messe in gioco aprendo il cuore.
Aprire il cuore significa dare il tutto e per tutto per fare una bella figura, per riuscire in un pezzo, fare ciò che più ti piace con le persone che ami. Questo è un atto di fiducia, donare te stessa e credere nel tuo gruppo.
Tutto ciò che abbiamo fatto e i traguardi a cui siamo arrivati ovviamente son stati possibili non solo grazie alle persone che si mettono in prima linea per far spettacolo, ma il gruppo è anche costituito da tutti coloro che lavorano e hanno lavorato per noi, che ci sostiene, chi ci segue, chi ci "sopporta".
Il gruppo è anche la nostra insegnante, verso cui noi saremmo sempre grate per tutto ciò che ha fatto. Senza lei non ci saremmo state noi, o meglio, quello che siamo adesso. Secondo me il gruppo, cioè quello che siamo, è anche merito suo. Ci conosce ormai da anni, alcune di noi son cresciute con lei, abbiamo stretto un rapporto, oltre a livello lavorativo, anche affettivo, un rapporto di stima, rispetto.
Ok..Cosa c'è che non va in tutto questo?
Dopo 12 anni di lavoro, sacrificio, soddisfazioni, emozioni e quan'altro, sta andando tutto a puttane nel giro di pochi mesi. I rapporti son cambiati, oppure son esauriti come diceva qualcuno, anche se escludo quest'ultima opzione. 
Il problema di fondo di questa evidente crisi è la mancanza di fiducia. La base su cui era fondato tutto l'edificio sta pian piano cedendo.Le piccole crepe erano degli avvertimenti, ma nessuno ha voluto interessarsene sul serio e ora rimane solo la speranza che non verrà giù tutto.Non voglio esser drastica ne pessimista, ma cerco di essere realista. L'accumulo di varie incomprensioni e fraintendimenti non ha mai portato a niente di buono, anzi. 
Il paradosso di tutto questa situazione sta nel fatto che la distruzione del rapporto è inevitabile, a meno che non ci si avvalga di uno strumento semplicissimo e primordiale: il dialago.
Ma i giochi a questo punto son fatti. Ora bisogna solo capire come poter recuperare e se eventualmente è possibile ciò. Come fare quando un rapporto si rovina a tal punto da intaccare la fiducia? Secondo voi la riconquista della fiducia è solo un'utopia?
Certo, a parer mio. La riconquista è un utopia, perchè secondo me non esistono mezzi termini, colori intermedi. Molte persone dicono che tutto dipende dal tipo di rapporto che si ha con una persona o dal tipo di problema  affrontato. 
Io dico che la fiducia o ce l'abbiamo o la perdiamo per sempre. Non si può riconquistare. Perchè dal momento che te hai messo in dubbio una persona, la sua integrità e il suo essere non si può tornare indietro, il dubbio tornerà sempre, come un boomerang, anche dopo la famosa "riconquista". 
Se ci fidiamo ciecamente, il dubbio non torna, nè portato da noi stessi nè trasportato da altri, perchè il realtà non è mai entrato in noi. Forse a volte apparentemente l'ha fatto, ma non ha toccato le corde del nostro cuore.
Come fare a fidarsi ciecamente di una persona? Io ancora non ho ben capito, perchè le persone  cattive e meschine ci saranno sempre e tante volte son rimasta "fregata". 
Ma io sono così e mi fido di una persona perchè la sento, sento la purezza del suo cuore e dei suoi occhi. Forse sbaglierò anche nella valutazione, ma io mi fido del mio cuore ed è lui che mi dice di chi fidarmi a mia volta. Sento solo il cuore e faccio fluire me stessa .

venerdì 22 aprile 2011

Sto arenando, sento il fiato corto..

Avete presente quando vi trovate in un periodo davvero strano della vostra vita? quando non è ne tutto bianco nè tutto nero...quando non si è incazzati per un motivo...o felici per un altro...ma non si riesce a toccare con mano il senso del nostro umore. Ecco mi sento così....mi sento di dovermene stare da sola, un bisogno di solitudine, ma allo stesso tempo soffro per il periodico allontanamento dei amici...insomma quei periodi che non sappiamo nemmeno noi che vogliamo...ed è brutto, davvero brutto, perchè non abbiamo un stato mentale netto e preciso.Si passa da fasi di serenità a fasi di malinconia e depressione in men che non si dica, si è continuamente su un altalena. Una mia amica direbbe che è colpa del campi di stagione, lei qualsiasi effetto abbiamo il tuo corpo o la tua mente, la rimanda al cambio di stagione.
Ovviamente non è così, almeno non possiamo giustificare tutto ciò che ci succede in modo così banale e superficiale.
Sicuramente vi siete chiesti almeno una volta nella vita come sarebbe il mondo senza la vostra esistenza, ce lo chiediamo perchè anche se noi in fasi di particolare affanno ci fermiamo, il mondo continua ad andare avanti più frenetico che mai e non ci aspetta.
E' un periodo che non ho voglia di uscire e di stare con gli amici, un periodo che sento il bisogno di starmene un pò per conto mio. Ma allo stesso tempo non voglio, perchè nella mia solitudine sto male, perchè ho bisogno della serenità e spensieratezza che riescono a darmi solo le persone a cui tengo. Non lo so neanche io che cosa voglio...sarà l'effetto delle Feste?
In passato, quando ancora ero credente, mi facevano sempre un brutto effetto, ma col passare del tempo, sebbene adesso non creda più, devo dire che le cose non sono cambiate.
E' sicuramente un periodo, ma sto arenando, sento il fiato corto...non so cosa devo fare...amici.....università.....la mia passione...sento il peso di tutto...devo rialzarmi, devo ricominciare....anche se questo peso che ho sul cuore ora come ora non me lo permette....vedremo...

lunedì 18 aprile 2011

E partiamo dall'inizio...

Allora primo post del blog, inauguriamo subito subito questa pagina bianca. Come gran parte di noi sanno, tutti gli inizi si trascinano inevitabilmente dietro premesse, propositi, dediche, a volte inconsciamente, altre volte intenzionalmente. Come quando sei a Capodanno con la tua bella bottiglia di spumante tra le mani e un anno fresco fresco davanti a te tutto da vivere e ti fai delle belle promesse e proposti per il futuro, che puntualmente non manterrai, e ringraziamenti per ciò che è stato, ricordando, ovviamente, solo i lati positivi.
Gli inizi son così. Hanno intorno un alone di felicità e cambiamento, uno sprint di ottimismo e grandi aspettative.
In questo "post di inizio", però, non voglio mettere nero su bianco nessuna promessa ne aspettativa, perchè fondamentalmente non ne ho.
Ci tengo a sottolineare il motivo di inizio e alcuni piccolo "avvertimenti" che secondo me son più utili, di propositi campati in aria.
Ho deciso di creare questo blog per egoismo, devo essere sincera. L'ho creato per me stessa. Non mi aspetto fans né lettori abitudinari. Io l'ho creato semplicemente, perché sento il bisogno di scrivere, come di respirare. Ho provato a fare ciò su Facebook, ma tutto ciò che scrivevo veniva frainteso e soprattutto entrava troppo sul personale.
Ho voluto creare ciò perchè sento il bisogno di scrivere al contempo condividerlo con altri, che, però, non necessariamente debbano essere gente che conosco. In questo modo riesco a mantenere la mia privacy e a condividere ciò che voglio scrivere e provo con altri.
Detti i motivi, ora passo a dei piccoli avvertimenti per chi leggerà i post.
Sono fondamentalmente una persona dal carattere e dall'umore incostante. Ciò comporterà che un giorno potrò scrivere con ironia e sarcasmo, in un altro mi trasformerò in una pessimista nera, un altro ancora sarò la porta bandiera della vita. La scrittura, per me,è fonte di espressione della mia anima. Una fotografia dell'anima in quel momento. Per questo motivo troverete stile e linguaggi diversi in base ai giorni, ideologie diverse e atteggiamenti diversi.
Non vi posso far nulla, io libero solo ciò che sento e se quel giorno non condividete ciò che penso, non leggete. Ci tenevo all'avvertimento onde evitare che qualche post possa precludere la considerazione dell' intero blog. Come "post di inizio" mi son rivolta a chi legge, ma sarà l'unica e isolata volta. Non pretendo di aver dei lettori, a me basta scrivere.
Non c'è cosa più rilassante, in effetti, la sera. Io scrivo sempre e solo di sera. La casa è avvolta nel silenzio, i tuoi che dormono e te che lasci andare i pensieri della giornata, della settimana. Te sola con te stessa. E' un ottimo modo di concludere la giornata, come se ti liberassi, ti raccontassi a te stessa.
A volte mi ha anche aiutato a superare momenti difficili. Problemi che mi son trascinata per anni causando ulteriori problemi di salute e psicologici ,che son riuscita a risolverli semplicemente liberando me stessa e le lacrime su un foglio bianco.Forse ancora non li ho risolti del tutto, ma esser sincera è stato il primo passo verso la guarigione.
Per questo ho deciso di creare questo blog e iniziare a scrivere liberamente.Reputo la scrittura una medicina e scrivendo quotidianamente è come se prendessi un vaccino contro il dolore.